Home Mistero Il Clown assassino che ha ispirato Steven King per “IT”

Il Clown assassino che ha ispirato Steven King per “IT”

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John Wayne Gacy, è questo il nome del clown serial killer da cui ha tratto ispirazione Steven King per il suo best seller It.

 

John Wayne Gacy nacque a Chicago il 17 marzo 1942, secondogenito di tre figli. La sua vita fu sconvolta da traumatici eventi accaduti nel corso dell’infanzia; da piccolo, John era un bambino in sovrappeso che subiva continue molestie fisiche e psicologiche da parte del padre alcolizzato, di cui ricercava morbosamente l’approvazione, senza riceverla. Uno dei suoi primi ricordi era quello di quando, all’età di 4 anni, il padre lo picchiò a lungo con una cinghia di cuoio perché aveva smontato involontariamente un macchinario che il padre stava assemblando. Veniva inoltre regolarmente ridicolizzato dal genitore e confrontato con le sorelle, ritenute molto superiori, dato che egli era considerato “stupido, grasso ed effeminato”. All’età di nove anni, Gacy fu molestato sessualmente da un amico di famiglia, ma il piccolo non raccontò mai ai genitori quanto era successo per non incappare nell’ira del padre.

A 11 anni, John sbatté violentemente la testa cadendo dall’altalena sulla quale stava giocando. L’incidente gli causò un forte ematoma cranico che non venne diagnosticato fino a quando non compì 16 anni. Nel tempo intercorso tra il trauma e la diagnosi, Gacy soffrì spesso di forti mal di testa e di perdita temporanea della memoria. Il ristagno di sangue venne rimosso chirurgicamente. A 17 anni gli venne diagnosticata anche un’insufficienza cardiaca che si sarebbe portato dietro tutta la vita. A 18 anni, iniziò ad interessarsi alla politica, lavorando come assistente del candidato del Partito Democratico del suo quartiere.

Lo stesso anno John divenne membro del Partito Democratico e si candidò alle elezioni comunali. Nel marzo 1964, dopo essersi laureato in economia e commercio ed aver iniziato a lavorare come direttore di un negozio di scarpe a Springfield, iniziò a frequentare la giovane Marlynn Myers. Dopo nove mesi di fidanzamento, la coppia si sposò a settembre. Il padre di Marlynn era un ricco imprenditore proprietario di diversi ristoranti.

La coppia ebbe due bambini durante la permanenza a Waterloo: Michael (nato nel marzo 1967) e Christine (venuta al mondo nell’ottobre 1968). Contemporaneamente iniziarono a manifestarsi segnali dell’omosessualità repressa di Gacy, che socializzava solo con i suoi dipendenti di sesso maschile: fece loro frequenti avance di carattere sessuale, pronto a giustificarle come scherzi se gli interessati le accoglievano con sdegno. Inoltre divenne un avido consumatore di materiale pornografico omosessuale.

Sempre nel 1964, ebbe la sua prima esperienza omosessuale. Secondo quanto dichiarato da lui stesso, diede sfogo ai suoi impulsi quando, invitato a casa di un collega di lavoro, ubriaco insieme a lui sul divano, ebbe un rapporto orale consensuale con il ragazzo. Negli anni successivi, lo sfacelo, ovvero quando cominciò a darsi da fare facendo alcuni “esperimenti”, che portarono ai primi reati del “Clow killer”.

Nell’agosto 1967, Gacy commise la sua prima aggressione a scopo sessuale ai danni di un adolescente. Il giovane era il quindicenne Donald Voorhees, il figlio di un suo amico. L’uomo attirò il ragazzo in casa sua con la promessa di fargli vedere dei film pornografici. Poi fece ubriacare Voorhees e lo convinse a praticargli una fellatio. Svariati altri ragazzini furono molestati sessualmente da lui nei mesi seguenti, incluso un giovane che Gacy incoraggiò a far sesso con sua moglie, prima di costringerlo ad un rapporto orale con lui stesso.

Nel marzo 1968, Donald Voorhees raccontò a suo padre l’accaduto. Voorhees Sr. informò immediatamente la polizia e Gacy venne arrestato ed incriminato per molestie sessuali e al tentato stupro di un sedicenne di nome Edward Lynch. John negò fermamente ogni accusa e richiese di essere sottoposto al test della macchina della verità. La sua richiesta venne accolta, ma il risultato del test indicò che stava mentendo.

Il 10 maggio 1968, venne comunque incarcerato con l’accusa di sodomia e il 30 agosto, mentre era stato rilasciato in attesa dell’udienza processuale, convinse dietro pagamento di 300 $ uno dei suoi impiegati, il diciottenne Russell Schroeder, ad assalire violentemente Donald Voorhees per scoraggiare la testimonianza del ragazzo nell’imminente processo. All’inizio di settembre, Schroeder attirò Voorhees in una zona isolata del parco cittadino e lo pestò selvaggiamente urlandogli di non testimoniare contro Gacy al processo.

Robert Bwinch

Voorhees informò la polizia dell’aggressione subita, identificando Schroeder come esecutore del pestaggio e facendolo arrestare il giorno dopo. Anche se inizialmente negò qualsiasi accusa, confessò in seguito di avere assalito Voorhees, indicando Gacy come mandante, che fu arrestato con l’aggravante di aver cercato di intimidire un testimone. Il 3 settembre, Gacy venne sottoposto a una visita psichiatrica alla State University of Iowa:due medici lo esaminarono nel corso di un periodo di osservazione durato 17 giorni arrivando alla conclusione che l’imputato possedeva una “personalità asociale” ma che, essendo sano di mente, avrebbe potuto affrontare il processo.

Durante il processo, tenutosi il 7 novembre 1968, si dichiarò colpevole dell’accusa di sodomia nei confronti di Donald Voorhees, ma negò qualsiasi altra accusa circa Lynch. Gacy venne giudicato colpevole del reato di sodomia su un minorenne il 3 dicembre 1968 e condannato a 10 anni di carcere da scontarsi nel penitenziario di Anamosa. Il giorno stesso della condanna, la moglie chiese il divorzio e naturalmente John perse anche il posto come direttore dei ristoranti del suocero.

In prigione Gacy si rivelò un detenuto modello. Dopo 18 mesi di carcere, il 18 giugno 1970 venne liberato sulla parola con dodici mesi di libertà condizionata. Dopo il rilascio, espresse la volontà di traslocare a Chicago per tornare a vivere con la madre (nel frattempo il padre era deceduto). Arrivò a Chicago il 19 giugno seguente ed ottenne un lavoro come aiuto cuoco in un ristorante. Il 12 febbraio 1971 venne nuovamente accusato di aver molestato sessualmente un ragazzino. Il giovane dichiarava di essere stato attirato da Gacy nella sua auto e che l’uomo aveva tentato di violentarlo.

L’accusa venne in seguito ritirata poiché il testimone non si presentò in aula. La commissione sulla libertà vigilata dello stato dell’Iowa non venne informata di questo episodio e Gacy fu rimesso completamente in libertà nell’ottobre 1971. Con l’aiuto finanziario di sua madre comprò una casa al numero 8213 di West Summerdale Avenue nell’agosto 1971. Poco tempo dopo lui e  la madre si trasferirono nell’abitazione e l’uomo iniziò a frequentare una donna di nome Carole Hoff, una signora divorziata con due figlie piccole. I due si sposarono il 1º luglio 1972.

Il 22 giugno 1972, Gacy venne ancora fermato dalla polizia con l’accusa di aver molestato un altro giovane, fingendosi un agente di polizia, mostrando un distintivo falso, facendo entrare il giovane nella sua automobile, e costringendolo a praticargli una fellatio in auto. Tutte le accuse furono però ritirate quando pagò lautamente il silenzio della famiglia del ragazzo.

Nel 1972 lasciò il lavoro come cuoco e aprì la sua propria impresa edile, la PDM Contractors (PDM era l’acronimo delle parole “Painting, Decorating and Maintenance”). Inizialmente l’azienda si occupava di piccoli lavori di manovalanza e riparazione, ma con il progredire degli affari, il business della società si ampliò fino ad includere progetti ed opere di costruzione vere e proprie. Nel 1973 insieme ad un suo dipendente si recò in Florida per vedere una proprietà che aveva acquisito, la prima notte che i due furono soli in Florida, Gacy violentò il ragazzo nella loro stanza di hotel: come risultato, il giovane si rifiutò di continuare a stare nella stessa camera e andò a dormire in spiaggia. Nel 1975, John aveva ormai apertamente confessato alla moglie la sua bisessualità. Il giorno della festa della mamma, dopo aver fatto l’amore con la moglie la informò che non avrebbero mai più fatto sesso insieme: la coppia divorziò in maniera consensuale nel marzo 1976.

Contemporaneamente Gacy divenne molto attivo nel settore sociale della comunità, offrendosi di intrattenere i bambini durante le feste vestito da clown o facendo pulire gratuitamente gli uffici comunali dalla sua impresa. Da onorato e rispettato membro democratico della comunità di Chicago, il 6 maggio 1978 incontrò e si fece fotografare con l’allora First Lady Rosalynn Carter, che firmò anche la foto con una dedica: “To John Gacy. Best wishes. Rosalynn Carter” (“A John Gacy. I migliori auguri. Rosalynn Carter”).

Gacy divenne membro di un “Jolly Joker Clown Club” i cui membri volontari, tutti mascherati da pagliacci, si esibivano regolarmente senza scopo di lucro in varie manifestazioni di beneficenza e negli ospedali dove davano spettacoli per i bambini malati. A fine 1975 creò il suo personale personaggio di “Pogo the Clown“. Si disegnava da solo i costumi e ideò il suo trucco personale. “Pogo” si esibì nel corso di diverse feste e manifestazioni, ma non esistono prove concrete che abbia intrattenuto anche i bambini malati all’ospedale.

Nel 1972: vittima il quindicenne Timothy Jack McCoy, riempito di coltellate e sepolto in cantina coperto dal calcestruzzo. A partire da Marzo del 1976, con la separazione della seconda moglie, ebbe inizio la strage.

Tra aprile e agosto ammazzò almeno otto ragazzi, due mai identificati. Quattro li piazzò nella solita cantina. A luglio provò ad aggredire un suo impiegato, David Cram, 18 anni. Lo ammanettò e lo avvertì che sta per violentarlo. Il giovane però, un esperto di arti marziali, riuscì a liberarsi e si licenziò.

Kenneth Parker e Michael Marino spariscono in ottobre: violentati e strangolati, finiscono in una buca. Un operaio di Gacy, William Bundy, 19 anni, scompare due giorni più tardi: verrà sepolto dietro la camera da letto del serial killer.

Si alternano feste per bimbi, volontariato, politica e affari. Stima dai vicini, gioia per i piccoli, rispetto da parte di industriali e rappresentanti delle istituzioni.

A dicembre sparisce nel nulla anche Gregory Godzik, altro dipendente di Gacy.

L’imprenditore racconta ai genitori che il giovane è scappato di casa. Un mese dopo è la volta di John Szyc, 19 anni, amico di Godzik: verrà trovato sepolto al suo fianco. Un paio li tortura e incredibilmente li lascia andare. Ma ancora più incredibile è il fatto che gli inquirenti, nonostante la catena di delitti nella zona, accettino senza problemi le sue giustificazioni sul sesso sadomaso consenziente.

A casa intanto non c’è più posto per i cadaveri: i successivi Gacy li butterà nel fiume Des Plaines River. La scia di morte si ferma solo a ottobre 1978, quando a farne le spese è il quindicenne Robert Piest, impiegato in una farmacia di Chicago. Piest aveva detto ad amici e parenti che aveva conosciuto il famoso titolare della Pdm, l’azienda edile che aveva ristrutturato il negozio dei suoi e che la sera sarebbe andato a trovarlo.

Robert Piest

Non appena la polizia arriva da Gacy per fargli alcune domande, non ci mette molto a scoprire cosa sia accaduto: dentro l’abitazione c’è una puzza nauseabonda. Lui spiega che si tratta del sistema fognario che dà problemi, ma il tempo delle favole è finito.

Alcuni corpi li trovano subito. Gacy confessa 33 delitti, commessi tra il ’72 e il ’78, tutti di giovanissimi. I cadaveri ritrovati sono solo 28. Alcune vittime sfuggirono alle sue grinfie, ma non lo denunciarono: era troppo potente e apprezzato perché fossero creduti. L’ntera proprietà era un cimitero: corpi seppelliti in giardino, dietro la camera da letto, in garage, in cantina. La comunità locale, in cui era tra i più stimati, rimane scioccata. Tutti a dire: «Non può essere la stessa persona che faceva divertire i nostri figli vestito da pagliaccio». Invece è proprio lui.

In galera si dà all’arte e produce una serie di disegni di quadri di clown, che, dopo la sua morte saranno acquistati da diversi collezionisti, tra cui l’attore Johnny Depp.

Per salvarsi dalla condanna a morte e trasformare la pena in ergastolo, Gacy sostiene di essere “quattro persone” diverse: John il politico, John il clown, John l’imprenditore. E Jack Hanley: l’assassino. A ordinargli di uccidere, sostiene, era stato un altro se stesso. Viene giustiziato il 10 maggio 1994 con un’iniezione letale, all’età di 52 anni.

Al boia, che gli chiede quale vuole che siano le sue ultime parole da lasciare al mondo, risponde senza esitare: «Baciatemi il culo».

Così si conclude questa storia.

 

 

 

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