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I dodici fantasmi di Myrtles Plantation

Attenzione a dove si edifica una casa

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Costruita intorno al 1796 dal generale David Bradford, su un “presunto” luogo di sepoltura di nativi americani, che l’avrebbero maledetta, Myrtles Plantation è una maestosa abitazione di evidente struttura vittoriana, ed è sita in Louisiana, a St. Francisville e, visto il valore storico artistico che ormai possiede, è inserita nel Registro nazionale dei luoghi storici. Anche se oggi svolge la funzione di b&b, in essa sembra che vi vivano una dozzina di fantasmi alquanto inqueti, e che qui siano stati commessi all’incirca una decina di omicidi. Solo chi ha coraggio sceglie di trascorrere qualche notte in questa residenza.

Questi, i fantasmi avvistati nella casa infestata su cui esistono maggiori informazioni:

1) Tre soldati della guerra civile americana, uccisi nelle vicinanze della casa, da soldati nemici o da fuoco amico;

2) Due bambini fantasma con un grembiulino, che si presume siano stati uccisi dalla madre sconvolta per qualche “particolare” vicenda;

3) Il fantasma di una donna francese, che piange senza sosta, stringendo un fazzoletto nero di pizzo: si racconta che si sia suicidata nei pressi della piantagione;

4) Lo spirito di Chloe, una schiava indiana alle dipendenze della Myrtles Plantation il cui padrone, Clark Woodruff, invaghitosi di lei alla follia, l’aveva violentata e poi ripudiata. Allo scopo di vendicarsi, gli aveva servito durante la cena, una torta avvelenata, per sterminare l’intera famiglia. Lui però, non la mangiò, mentre la moglie e le due figlie perirono, e Chloe finì impiccata.

5) La moglie di Clark Woodruff e le sue due figlie, diventate dei fantasmi a causa sua. Si racconta che se si sosta davanti a uno specchio stregato presente nella casa, si possano vedere i loro volti terrorizzati.

6) Il fantasma di William Drew Winter, un avvocato che ha vissuto a Myrtles Plantation dal 1860 al 1871, anno in cui fu assassinato, il cui fantasma sembra salire barcollando le scale, fino al diciassettesimo scalino, per poi cessare di colpo di fare ogni movimento.

 

 

 

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