Ci sono errori che possono costare cari e uno di questi può capitare proprio in una fase di miglioramento da una depressione. Tale periodo, che può durare qualche settimana o diversi mesi a seconda dei casi, non segue quasi mai un andamento costante nel quale si sta man mano sempre meglio senza più soffrire, ma è costituito da un processo in cui il ritrovamento del benessere si alterna ancora per un certo periodo a cadute dell’umore talora molto intense.
Rallentamenti fisiologici…
Il punto fondamentale è proprio qui: se una persona scambia queste crisi momentanee per delle vere e proprie ricadute, come se si fosse tornati al punto di partenza, il loro effetto sarà molto più negativo.
Lo scoraggiamento prende il sopravvento, vanificando o rallentando gli sforzi curativi precedenti, siano essi costituiti da psicoterapia che da rimedi naturali o psicofarmaci. Ogni volta si dovrà davvero ripartire quasi daccapo, senza sfruttare la spinta che offre il lavoro già fatto fino a lì: in tal modo il tutto si prolungherà a dismisura fino a cronicizzarsi.
… E fasi naturali di un cammino
È dunque molto importante sapere che il cervello va naturalmente incontro a queste crisi nella fase di guarigione. Esse costituiscono una pausa:
- per riprendere energie
- per rielaborare i miglioramenti ottenuti
- per creare la base “chimica” per la tappa successiva di guarigione
In pratica sono il contrario di quel che si pensa: piccoli eventi creativi, seppur sofferti e fastidiosi. Collocarli all’interno del percorso di rinascita e non viverli come “cadute nel vuoto” prive di senso consente di sfruttarne tutto il benefico potenziale.
Come riconoscere gli sbalzi d’umore
- Insorgono velocemente, ma altrettanto rapidamente se ne vanno…
- Arrivano all’apice di un periodo in cui si cominciava a stare meglio, oppure in seguito all’interruzione brusca delle cure appena dopo un primo miglioramento.
- Possono essere stimolati da eventi esterni – critiche / confronti / situazioni stressanti – o anche svilupparsi senza alcun legame con quanto accade.
- Producono pensieri come: “Lo sapevo che non ne uscivo” / “La cura non sta funzionando “ / “Forse sono più grave di quanto pensassi”
- Si associano a crolli improvvisi dell’autostima, al pessimismo generalizzato e alla tendenza al pianto o a forti attacchi d’ansia.
Cosa fare
La crisi ti spinge verso la guarigione:
- Tenacia: Il miglioramento precedente non è stata un’illusione ma ha bisogno di stabilizzarsi. Ora devi confermare l’intento di guarigione.
- Rallentamento: Durante la crisi transitoria non tenere lo stesso ritmo di attività che avevi ripreso, ma non mollare neanche del tutto. Semplicemente rallenta.
- Astensione: Questo è il momento meno indicato per trarre conclusioni su di te, sulla terapia, sulla vita. Resisti a questa tentazione, perchè non saresti obiettivo.
- Qualità del sonno: Il cervello sta cercando energia. Aiutalo favorendo il più possibile un sonno ristoratore e una ritmicità di orari.
Fonte articolo & foto: https://casabenessere.wordpress.com/2013/11/12/uscire-dalla-depressione, flickr.com, 12 novembre 2013