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Campagna. La città del fuoco e dell’acqua

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Foto di Gianfranco Vitolo

Campagna

Nel cuore dei monti piacentini si adagia Campagna, cittadina in provincia di Salerno, dove ancora nel nuovo millennio si perpetuano antichi riti e usanze. In questo “magico e oscuro” paese ogni estate, tra la fine di luglio e gli inizi di agosto, si festeggia “La Chiena”, vecchia tradizione dove l’acqua come elemento purificatore fa da protagonista.
Mentre ogni 17 gennaio in occasione di S. Antonio Abate (“chillo c’o puorco” da non confondere con quello di Padova col giglio) si possono trovare sparsi per le strade di Campagna i “fucanoli”,  questa volta il protagonista è il fuoco, elemento esorcizzante.
Entrambi due momenti magici e spettacolari.

Ma vediamo meglio in cosa consistono queste due feste.

La Chiena

Nel pieno della calura estiva gli abitanti di Campagna deviano il corso del fiume Tanze, allagando le vie del paese. Il centro storico e la piazza diventano, così, piccoli canali d’acqua, dove sguazzare allegramente. L’origine di quest’usanza va sicuramente legata alla pulizia delle strade del paese. La cittadina  anticamente era priva di fogne e proprio nel periodo estivo potevano diventare fonte di pericolose infezioni. In questa circostanza nacque l’usanza di “combattersi” …o meglio di combattere la calura estiva con una pacifica guerra di secchiate d’acqua, detta “il bombardamento”.

https://www.flickr.com/photos/gianfrancovitolo/34557437336/

Il bombardamento

Naturalmente a sguazzare e rotolarsi nell’acqua sono i più giovani, le vittime preferite sono le ragazze (il perché è facile da intuire). Gli anziani affacciati alle finestre e ai balconi si godono lo spettacolo. Alle battaglie d’acqua possono partecipare tutti, anche i turisti che accorrono numerosi per l’occasione. Unica precauzione prima di iniziare questo rito acquatico, è quella di munirsi di un asciugamano, un cambio di vestiti e un capiente secchio. A questo punto il divertimento è assicurato.

https://www.flickr.com/photos/gianfrancovitolo/34557283786/

“La Chiena” finisce a ferragosto con una gran festa notturna che prevede canti e balli nell’acqua. Alla fine della festa sono tutti rinfrescati e purificati per affrontare un nuovo anno. Questa tradizione acquisisce, infatti, il valore simbolico della rigenerazione del corpo e dello spirito.

Antiche usanze simili 

Quest’usanza per “nettare” le strade allagandole, anticamente era anche perpetrata in molte città; alcune testimonianze si hanno per esempio dell’allagamento di piazza Navona a Roma o delle strade di Torino ma è rimasta viva e attiva solo in questo piccolo centro, fra i monti campani, preziosi custodi di un angolo di “storia” .

L’ origini della festa

Le origini dell’evento si perdono nel tempo. Secondo alcuni la motivazione dell’allagamento della città era legata alla pulizia delle strade e delle botteghe, che come già accennato avveniva anche  nella Torino nel 1700. Secondo altri fu usata  per la prima volta  per purificare  la città dalla peste del ‘600. In ogni caso da tempi assai remoti nel mese di agosto al culmine della calura per ripulire le strade cittadine si devia   il fiume sfruttando la purezza delle sue acque. Nei secoli scorsi sicuramente usavano questo sistema anche  per eliminare gli escrementi degli animali da soma, quando le piogge erano scarse.

 

Dal  1889 dopo  il restauro del canale artificiale e della pavimentazione del corso Umberto I, la  principale via cittadina, per evitare  l’allagamento   delle abitazioni, si emanava un’ordinanza per avvisare la cittadinanza  dell’allagamento in arrivo in modo che gli abitanti si potessero proteggere  con qualche contromisura.

Dal 1982 la Chiena si è trasformata in un evento di grande richiamo turistico e di attrattività culturale, con spettacoli  ed eventi in concomitanza dell’apertura del canale nella calura del ferragosto.

I fucanoli

Il fuoco per esorcizzare e l’acqua per purificare. Due segni, due elementi ricorrenti nell’antica e gloriosa storia della città. Tra la cronaca e le testimonianze ricordiamo che nel passato, anche non molto remoto, venivano praticati riti propiziatori paganeggianti, frammisti a riti religiosi atti ad esorcizzare l’assalto del maligno. La  festa ricorre nel mese di gennaio, precisamente il 17, quando si rinnova la tradizione popolare dei “Fucanoli”.

Foto di Stefan Schäfer

 Campagna, con l’accensione dei “falò”, vuole anche ricordare la tragica morte del monaco e filosofo nolano Giordano Bruno, arso vivo sul rogo come eretico, che perfezionò le sue teorie a Campagna, dove nel 1573, nel Convento dei Padri Domenicani, annesso alla Chiesa di S. Bartolomeo, fu ordinato sacerdote e cantò la sua prima messa.

Tra Sacro e Profano

Un rituale che unisce sacro e profano in un clima surreale, in connubio con la festa di “Sant’Antuono…lu nimicu de lu dimonio“,patrono per l’appunto del fuoco e degli animali. Nella notte della festa, che è anche festa in onore del patrono della cittadina ,quasi tutte le campagne meridionali si illuminano dei falò dedicati al santo, perfino a Napoli
l’antica capitale del regno in alcuni vicoli è ancora viva la tradizione di accendere in questo giorno grossi falò: “i cippi e’ Sant’Antuono”.
Nella cittadina di Campagna ogni rione, ogni contrada fa a gara per il falò piu’ bello e durante la processione il santo li visita tutti fra botti, canti e suoni. In altre località in questa ricorrenza si benedicono anche gli animali. Sant’Antonio Abate è uno dei santi taumaturghi più noti nel salernitano.

Iconografia del Santo

Nella sua iconografia è rappresentato con il bastone a T o croce egiziana,
simbolo dell’ospedalità dei pellegrini e dei malati. L’immagine del “porco affiancata al Santo” serve a ricordare che l’ordine ospedaliero degli antoniani, presente a Campagna fin dalla seconda metà del XIII sec., “utilizzava il grasso di questo animale per medicare e curare il fuoco di Sant’Antonio o Herpes Zoster”. Il fuoco sul libro rappresenta il fuoco della fede ed il campanello attaccato al bastone simboleggia la questua periodica effettuata dagli antoniani. La città rivive alla grande il suo attesissimo appuntamento, che appartiene a un antico rituale pagano-religioso legato ai falò.

La tradizione

E tra sacro e profano, spunta, dopo il rito religioso, la tanto attesa  sagra. Si imbandiscono “le tavuliate”,ove troneggeranno prelibati gli ummarielli, la tipica matassa e fasule, a pulenta nelle sue varie specialità,  squisite salsicce paesane, accompagnate da vruoccoli scuppettiati, patate fritte, con peperoni alla giara e succulente braciole.
Il tutto ovviamente accompagnato da un ottimo vino locale.
Una volta che il culto abbandona il campo e cede il posto alla tradizione, intorno alle pire
si riuniscono fino a tarda notte gli abitanti dei vari quartieri con musica, balli e canti.
Una notte magica di antichi suoni che si ripetono da secoli.

Le foto da Wikimedia :

di copertina di Gianfranco Vitolo:

https://www.flickr.com/photos/gianfrancovitolo/34557451646/

Altre foto di Gianfranco Vitolo :

1) File:Chiena di Campagna 2016 – 34557283786.jpg

2) File:Chiena di Campagna 2016 – 34598773975.jpg

3 )File:Chiena di Campagna 2016 – 34557437336.jpg

Altre foto:

File Falò 1.jpg :da  Wrukka di Wikipedia in italiano

File: Edimburgh Beltane Fire Festival 2012- Bonfire.jpg di Stefan Schäfer, Lich

 

Articoli di Antonio Colecchia :

Su ” Oltre i Resti “

 

 

 

 

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