L’idea nasce dal designer di origini cinesi Phillip Lim,  nato in Thailandia nel 1973, ma vissuto ad  Orange County in California, dove  la famiglia si era trasferita dopo pochi mesi dalla sua nascita. La sua ispiratrice verso il mondo della moda è stata la madre, che lavorava come modista in un’azienda di abbigliamento. In realtà i suoi genitori volevano per lui una carriera nel settore economico, ma Phillip si distingue subito per il suo talento stilistico e, dopo anni di gavetta, nel 2005 decide di lanciare un proprio marchio di abbigliamento per donna, uomo, bambino e accessori  chiamato 3.1 Philip Lim insieme a Wen Zhou, che ha veramente un grande successo ed è diffuso in ben 45 Paesi.

Lo stile adottato da Lim è rivolto ad  una moda  che si possa adattare alla vita quotidiana, senza troppi eccessi,  trasgressività e stravaganze, i suoi look sono semplici, freschi, ma allo stesso tempo molto chic.

Il progetto ecosostenibile, ideato in collaborazione con la ricercatrice Charlotte McCurdy,  ha visto la realizzazione di un abito ricoperto di paillettes, composte  totalmente di alghe. Tale scelta  ha come obiettivo  la diffusione di  una moda che sia attenta all’ambiente, realizzando prodotti senza l’utilizzo di alcun  materiale derivato dal petrolio. L’abito è stato disegnato durante il programma One X One, su  iniziativa della Slow Factory Foundation che ha lo scopo di unire scienziati e designer per la ricerca di nuove forme di produzione che rispettino la natura e il riutilizzo dei materiali.

Per realizzare le bio-pailettes i due designer hanno utilizzato la stessa tecnica che la McCurdy aveva adottato per produrre un impermeabile fatto di alghe marine. Si tratta della produzione di una bioplastica, ottenuta dall’estrazione di carbonio dall’atmosfera e unendo la sostanza organica al calore,  per poi essere tagliata i tante piccole e luccicanti pailletes. Come base su cui applicare  le bio-paillettes,  Lim e McCurdy hanno utilizzato una rete prodotta dalla società  madrilena PYRATEX, specializzata  nella ricerca di nuovi materiali,  fatta di una fibra composta da alghe e bambù chiamata SeaCell, che ha una doppia funzione: antitraspirante e di  termoregolazione.

 Si tratta di una svolta veramente importante nell’industria della moda, che purtroppo ogni anno produce elevate quantità di rifiuti ed emissioni di anidride carbonica.

Fonti foto: donnaglamour.it, rinnovabili.it

FONTEgreenme.it, esquire.com
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