Per quanto riguarda il cinema, quello che è passato non è certo stato uno degli anni migliori.
Non che non siano stati prodotti film interessanti, dire ciò sarebbe affermare una falsità (le novità sono state anche parecchie), ma è stata l’accoglienza del pubblico a mancare e ciò ha condizionato non poco l’andamento della stagione cinematografica.
Complice la chiusura delle sale, nonché la limitazione delle occasioni di scambio culturale e di socialità in cui si potesse parlare delle nuove uscite, in molti hanno visto i film del momento senza poterne discutere e hanno finito, poi, per abbandonarli immediatamente.
Una delle principali particolarità della settima arte, e della sua natura di forma di intrattenimento di massa, è proprio la possibilità che essa offre di discutere, reinterpretare e rielaborare ciò che si è visto, espandendo i significati e le visioni.
Il cinema, senza spettatori, è nulla.

Il film “Tenet” di Christopher Nolan è, probabilmente, una delle opere più penalizzate dell’anno appena trascorso.
La trama è quella che accumuna un po’ tutti i film d’azione: un cattivo (molto cattivo) ha trovato un modo per distruggere il mondo e un abile agente segreto è pronto a tutto per fermarlo.
Fin qui niente di speciale, se non fosse che il regista ha deciso di aggiungere alla storia una particolarità difficilmente trascurabile: esistono dei dispositivi che, per chi vi passa attraverso, invertono lo scorrere del tempo.

È così che, un genere vecchio e stravecchio, come quello degli spy movie, rinasce in una veste nuova.
Invece di doversi concentrare solamente sul rapporto e lo scontro tra “il Protagonista” (che non ha nome nel film) e il suo antagonista Andrei Sator, lo spettatore si perde in sparatorie, lotte corpo a corpo e inseguimenti che avvengono “al contrario”.
Effettivamente non è facile spiegare, a chi non ha visto il film, il senso di stranimento che induce nello spettatore, ad esempio, una lotta corpo a corpo al contrario. Fortunatamente Nolan ha trovato un modo per rendere al meglio questa continua inversione temporale e lo ha fatto tramite la simmetria che anima un’ampia parte del film.
Solo nella conclusione, allo spettatore è lasciata la responsabilità di comprendere la “Tenaglia Temporale” che caratterizza tutta l’opera.

Il motivo per cui questo, e in generale molti dei film di Christopher Nolan, risultano interessanti, non è da ricercarsi nel modo in cui il regista tratta il genere di cui si sta occupando, ma nel modo in cui ogni film è concepito.
Egli non parte da un genere, ma da un’idea.
Una volta studiata e approfondita questa idea (con l’aiuto di esperti e scienziati), Nolan passa alla scelta di una tipologia di film che sia adeguata a rappresentare ciò che ha in mente.
Questo modo di procedere, che piaccia o meno, è una liberazione per un cinema che tende troppo spesso ad uno sterile formalismo.
Fortunatamente, a lottare contro questo, ci sono ancora grandi registi come Christopher Nolan.

FONTEFonte immagine: Wikipedia.it
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