A livello politico e generale si parla spesso della nostra Marina Militare in relazione a varie azioni di salvataggio in mare di migranti in difficoltà su barconi inadatti alla navigazione, cioè le cosiddette “carrette del mare”, a parte tutte le considerazioni giuridiche sulla possibilità di raccogliere questi sventurati in acque internazionali e non. È bene, comunque, ricordare a tutti la storia della nostra Marina Militare e i compiti ad essa affidati dalla legge.

La nostra Marina nacque il 17 marzo 1861 con una particolare denominazione, quella di “Regia Marina”, a seguito della proclamazione del Regno d’Italia da parte del Parlamento di Torino, originaria capitale d’Italia. Solo dopo la seconda guerra mondiale la Marina ha assunto la attuale denominazione di “Marina Militare”. In quel periodo storico di notevoli difficoltà finanziarie si puntò essenzialmente su un generale rilancio di tutta la sua struttura e addestramento di competenza dell’Accademia Navale e delle particolari Scuole militari. Ricordiamo l’incrociatore “Garibaldi” che fu ricostruito come unità lanciamissili, l’incrociatore “Duca degli Abbruzzi”, il cacciatorpediniere “Granatiere”. Un buon numero di corvette furono impiegate per anni e dotate di moderne apparecchiature elettroniche.

Il 4 aprile 1949 l’Italia firmò il noto Trattato del Nord Atlantico, a seguito del quale alla nostra Marina Militare fu affidato il controllo del Mare Adriatico, del Canale d’Otranto e del mar Tirreno, con particolare riferimento alla difesa delle linee di comunicazione marittime. Un sostanziale aiuto in questa opera di ammodernamento venne dagli Stati Uniti d’America, che cedettero almeno due cacciatorpediniere, che poi divennero “Aviere” e “Artigliere” e che riuscirono a potenziare le nostre capacità antiaeree. Fu potenziata anche la sorveglianza aeronavale. Anche la cessione di tre fregate, sempre da parte degli Stati Uniti d’America, contribuì notevolmente alla progettazione e costruzione nazionale delle Unità di scorta successive. A queste si aggiunsero varie cannoniere di appoggio e di pattugliamento costiero.

Negli anni 1955/1956 due Unità furono trasformate in cacciatorpedinieri, come il “San Marco” e il “San Giorgio”. Gli Stati Uniti d’America cedettero all’Italia anche 2 sommergibili. Fu anche ricostituita la decima flottiglia MAS, in ricordo dei passati gloriosi dell’ultimo Conflitto Mondiale. Nel 1965 una originaria motocannoniera fu poi trasformata in motosilurante con il nome di “Folgore”. Nel 1964 fu anche ricostituito il noto Battaglione San Marco, speciale forza di incursori. Nel 1968 si costruì l’incrociatore lanciamissili portaelicotteri “Vittorio Veneto” e così via.

Venendo ai giorni nostri, si può dire che la nostra Marina Militare ha partecipato più volte alla lotta al terrorismo nel Mediterraneo e nel Golfo Persico e alla pirateria. Oggi la Marina Militare Italiana ha anche in dotazione una portaerei, la “Cavour”. L’intera flotta operativa italiana utilizza attualmente ben 57 navi, divise in 2 gruppi di battaglia e in 3 gruppi di spedizione anfibia.

La Marina Militare, che è una delle 4 Forze Armate della Repubblica, con Aeronautica, Esercito e Arma dei Carabinieri, ha compiti di controllo e conduzione di tutte le operazioni navali sia nelle acque territoriali che internazionali. La sua presenza continua nel Mediterraneo rappresenta una garanzia per la sicurezza di tutti, spesso in collaborazione con le forze navali alleate, a tutti i livelli. L’intera flotta Italiana, costituita da circa 31.000 militari, è in grado di difendere i confini della nostra Repubblica, a pieno titolo, e di partecipare con successo a varie missioni internazionali anche umanitarie: a questi marinai dobbiamo molto. Cerchiamo di ricordarlo a tutti!

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