Sulla rivista Nature, in questi giorni, è apparsa una ricerca di un team della Stanford University, supervisionata da Alexander Ioannidis dell’Institute for Computational and Mathematical Engineering, che illustra come l’interazione tra nativi americani e polinesiani sia avvenuta prima che quest’ultimi si stabilissero nell’Isola di Pasqua.

A rendere concreta tale scoperta – che rende concreta la possibile esistenza di un contatto tra i due popoli prima di quello che viene considerato ufficiale – l’analisi dei genomi di 27 abitanti di Rapa Nui, che ha evidenziato come circa l’8% della loro composizione genetica provenga da antenati dei nativi americani.

Grazie ai risultati della ricerca, si è potuto ipotizzare che i due gruppi furono in grado di mescolarsi già nel 1340 d.C.quasi 3 secoli prima che gli europei entrassero in contatto con gli abitanti di Rapa Nui nel 1722 – quando giunsero nella loro isola in cerca di schiavi.

Precedentemente, però, vi era già stato un contatto tra individui polinesiani e un gruppo di nativi americani – legati agli odierni indigeni colombiani – nel 1150 d.C.; a confermare questa seconda rivelazione, l’esame dei genomi di oltre 800 individui di 17 isole polinesiane e di 15 diversi gruppi indigeni costieri del Sud America.

Il luogo che viene considerato dai ricercatori come primo punto di contatto comune tra le due specie è Fatu Hiva, un’isola dell’arcipelago delle Marchesi meridionali, molto più lontana dal Sud America ma più facilmente raggiungibile per via dei venti e delle correnti favorevoli.

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