Parigi e il Blues.

Due elementi assolutamente opposti e agli antipodi:

La prima è nota come “la più romantica città del globo“, decantata da poeti e musicisti, dove la cultura umanistica e l’illuminismo hanno raggiunto la loro massima espressione e potenza per poi diramarsi nel resto d’Europa, portando alla fine dell’assolutismo, e dando vita alle rivoluzioni a connotazione borghese liberali e democratiche che hanno dato impulso alla nascita di un nuovo sistema politico in cui la borghesia è la classe dominante, preludio della nascita dei moderni stati democratici del XX secolo. La seconda è una forma di musica che combina voce e strumenti, la cui forma originale è caratterizzata da strutture di dodici battute ripetitive e, nella melodia, dell’uso delle cosiddette blue note, influenzando generi come bluegrass / rhythm and blues / talking blues / rock and roll / hard rock / hip-hop.

Sembra difficile da credere ma, nel 1961, il regista Martin Ritt ha saputo combinarli in uno splendido film, grazie alle interpretazioni del duo Paul Newman & Sidney Poiter e alla trascinante, potente e armoniosa colonna musicale di Duke Ellington che ha avuto una nomination all’Oscar, alternata ai gran numeri del leggendario Louis Armstrong.

Rahm Bowen, giovane musicista americano di jazz, da anni vive e lavora a Parigi insieme all’amico Eddie, un musicista nero che ha lasciato l’America a causa delle questioni razziali: i due, mentre vivono la loro disordinata e frenetica vita parigina, incontrano due turiste americane, Lilian e Connie, che li spingeranno a dover analizzare non solo il loro presente, ma anche il loro futuro come uomini ed artisti, spingendoli a decidere di tornare nel proprio paese. Ma la libertà acquisita a Parigi e la decisione di riuscire a sfondare per non rientrare a casa da perdenti li spingerà a restare, abbandonando due donne che, forse, avrebbero potuto rendere stabili le loro vite.

Paris Blues – Quando l’amore per la musica supera quello per una donna.

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