Nel sobborgo di Posillipo, alle spalle della Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, nei pressi della stazione ferroviaria di Mergellina, sorge il Parco Vergiliano (altrimenti detto Parco della tomba di Virgilio), da non confondere con il parco Virgiliano del quartiere Posillipo.

Tomba di Virgilio, Fonte F:commons.wikimedia.org/

A lungo è stato di proprietà privata, ma poi divenne patrimonio dello Stato dopo l’Unità d’Italia. Fu risistemato nel 1885, in occasione dell’apertura dell’odierna Galleria delle Quattro Giornate, ma fu solo intorno al 1930, per il bimillenario delle Celebrazioni Virgiliane, che è diventato Parco. Deve lo stato attuale al latinista e archeologo Enrico Cocchia e nel 1976  è stato riaperto al pubblico, divenendo monumento nazionale. Nel parco è presente il cenotafio di Virgilio (ritenuto la tomba del poeta). Dal 22 febbraio 1939, ospita anche la tomba di Giacomo Leopardi, morto a Napoli e sepolto inizialmente nella chiesa di San Vitale Martire a Fuorigrotta. Percorrendo la struttura troviamo un po’ più avanti la Cripta Neapolitana

Affresco sull’ ingresso sella Crypta Neapolitana

, detta anche Grotta di Pozzuoli o di Posillipo, un’imponente galleria d’epoca romana che collega Mergellina  a Fuorigrotta (attualmente la galleria è chiusa). Di lato è affissa una targa dove si può leggere un verso di Leopardi, dedicato al poeta dell’Eneide, Virgilio. Sulla strada verso la grotta si possono vedere due lapidi  fatte apporre nel 1668  dal viceré Pietro Antonio d’Aragona. Su queste sono incise tutte le malattie che potevano essere curate grazie alle acque termali presenti nell’area flegrea.

Ingresso della Crypta Naepolitana

Fa bella mostra di se l’epitaffio di Publio Virgilio Marone, che recita: “Mi ha generato Mantova, il Salento mi ha strappato alla vita, ora Napoli conserva i miei resti; ho cantato pascoli, campi, eroi”. Secondo la tradizione, il poeta latino fu anche un maestro di arti magiche. Egli avrebbe accolto accoliti e apprendisti stregoni nella sua scuola di magia, sull’Isola di Gaiola, proprio di fronte al Parco di Posillipo, lì dove ancora oggi sorge la “Casa del Mago” o “Scuola di Virgilio”. Leggende locali ci narrano di come il poeta trovò casualmente una bottiglia, mentre zappava nella sua vigna, all’interno della quale erano imprigionati «dodici diavoli che, in cambio della libertà, gli insegnarono tutti i segreti delle arti magiche». Questi diavoli gli rivelarono anche il nascondiglio del Libro magico di Salomone. Molti napoletani attribuivano a Virgilio un cavallo di bronzo capace di mantenere sani i cavalli, una mosca di bronzo col potere di allontanare le mosche dalla città, un macello nel quale la carne poteva mantenersi intatta per sei settimane. Inoltre, essendo le grotte ed i sotterranei della città infestati da un gran numero di serpenti, il poeta-mago li concentrò tutti sotto una porta detta “Ferrea”, davanti alla quale gli imperiali esitarono prima di abbatterla, temendo di liberare gli animali che vi erano imprigionati.

Tomba di Leopardi

 

Fonte articolo e foto: Luciana Pasqualetti, https://www.senzalinea.it/giornale/la-tomba-di-virgilio/, 12/11/2017

Foto con didascalia  senza  fonte di Antonio Colecchia

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