Il colibrì è l’uccello più piccolo del mondo e ne esistono addirittura 334 specie in tutto il continente americano ed in particolare nel sud America.

Vista la sua aggressività, la rapidità nel volo e gli stupendi colori di cui è dotato, le antiche civiltà americane lo consideravano la reincarnazione di valorosi guerrieri caduti in battaglia, nonché la rappresentazione interna del dio Sole.

Tanta era l’adorazione per questo piccolo amico, che gli Aztechi innalzarono il loro tempio dedicandolo al Dio Colibrì Azzurro, mentre il popolo Nazca (in Perù) precisamente nella Pampa di Ingenio, a lui dedicò un enorme disegno visibile solo in aereo, di cui ancora è sconosciuto il significato.

La bellezza di questo animale colpì anche Cristoforo Colombo, che lo descrisse come un “piccolo meraviglioso uccello tanto diverso dei nostri.”

Non da meno zoologi di grande fama quali Audubon e Goeldi, lo compararono il primo a frammenti di arcobaleno, ed il secondo ad una pietra preziosa e fiore convertito in animale.

Colibrì Elena
Colibrì Elena

Come già accennato il colibrì è l’uccello più piccolo del mondo, ed in particolare il colibrì Elena pesa 1,6 gr., ed è lungo 5,7 cm di cui solo 1,25 cm sono occupati dal corpo, mentre il resto sono coda e becco. Da notare come sia più piccolo di molte farfalle e falene con cui condivide gli ambienti della foresta tropicale, ed il suo nido è grande all’incirca quanto una mezza noce. Ma tra questi splendidi animali non poteva mancare anche il colibrì gigante che pesa addirittura 20 gr ed è lungo 21,5 cm!

La loro particolarità risiede nella bellezza del piumaggio e nella presenza di pigmenti sulle penne, che colpite dai raggi luminosi attraverso la struttura prismatica delle diramazioni perpendicolari dei rami delle penne scomponendo la luce solare riflettono una parte dell’iride, dando la sensazione di riflessi metallici. Tutto ciò consente al colibrì di rendersi invisibile ai predatori, divenendo parte integrante della flora. Chiaramente il suo nemico principale è rappresentato dal serpente che si nasconde nella vegetazione e si ciba delle sue uova.

In natura riveste un ruolo fondamentale, in quanto molte piante tropicali affidano la loro impollinazione al lunghissimo becco di questo uccello, e senza di lui non potrebbero esistere, tanto che molti sostengono che vi sia stata nel tempo una loro co-evoluzione, con vantaggi reciproci, in quanto la pianta rappresenta la sua fonte di cibo e lui ricambia assicurandole l’impollinazione.

Ma questo volatile non finisce di stupirci, in quanto il suo lungo becco funge anche da “spada” nei combattimenti acrobatici che ingaggia col nemico che sta per attaccare il nido. Davvero un piccolo guerriero dunque, che la natura ha magnificamente dipinto!

FONTEvultur.it
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Dott.ssa Assunta Mango, laureata in economia all’Università Federico II, giornalista, scrittrice, ricercatrice e mobility manager, addetta alla selezione e valutazione del personale nonché progettista presso il Comune di Napoli. Ha pubblicato: “Napoli Esoterica: I tre Decumani“, "Tempo e Tradizioni: I mestieri nel Presepe Napoletano", "Storie e leggende tra i due laghi“, "Mirate al cuore", "Io, sono Giuditta". Regista e sceneggiatrice di commedie teatrali e socia fondatrice dell’Associazione “Oltre i Resti“.