Il mal di vivere. Una sensazione di inadeguatezza e di incapacità che spinge l’individuo a non accettarsi e a pensare, a volte in maniera ossessiva, di non essere in grado di rapportarsi con l’ambiente intorno a lui, e a tentare di sfuggire a una società che sembra volere solo la sua disintegrazione.

Troppo spesso scambiato per depressione e curato con lo stesso tipo di farmaci, il mal di vivere spesso ha origine in determinate situazioni interne ed esterne, che amplificano malesseri profondi già esistenti o latenti, spesso portandoli al punto di rottura.

Ad analizzare tale stato mentale, nel 1962, ci ha provato il regista Michelangelo Antonioni nel film L’Eclisse, potendo contare sull’inedito duo di attori Alain Delon & Monica Vitti.

Dopo aver abbandonato il suo compagno dopo anni di freddezza e diffidenza reciproca, Vittoria cade di uno stato di totale avvilimento nel quale né la madre, una giocatrice compulsiva di borsa che trascorre la maggior parte del suo tempo guadagnando e perdendo denaro, né nessun altro sembra in grado di farla uscire.

fonte ph: mymovies.it

Sarà durante nel “luogo di svago” della madre che conoscerà Piero, un giovane e bellissimo agente di cambio con il quale, per noia e mancanza di stimoli migliori, inizierà una specie di “relazione” che, dopo un po’, comprenderà che non potrà mai funzionare a causa della freddezza di lui, troppo ossessionato dal denaro e dal potere derivato da esso.

E tale situazione, mostrata attraverso interminabili, profondi e abissali silenzi combinati a significativi studi psicologici dei protagonisti ci regalano un’apoteosi grafico – narrativa di rara potenza.

Sarà solo dopo essersi lasciati che Vittoria, ormai distrutta nell’anima, inizierà a camminare per l’Eur come ubriaca in un ambiente degno di una natura morta dove il bianco si fonde col nero, in un grigiore esistenziale nel quale il vuoto interiore di una donna diventa il vero protagonista e che, dopo aver guardato il baratro negli occhi ha deciso di viverci dentro, ormai estraniata da sé stessa.

fonte ph: taxidrivers.it

FONTEtaxidrivers.it; wikipedia; mymovies.it;
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