Vittime innocenti di un mancato smaltimento

Auke-Florian Hiemstra e Liselotte Rambonnet, due biologi del Naturalis Biodiversity Center e dell’Università di Leida, hanno divulgato una loro ricerca, nella quale si evince quanto i cosiddetti “dispositivi di protezione individuale (DPI)”, quando vengono abbandonati nell’ambiente, possono diventare una trappola mortale per gli animali, sia per quelli selvatici che per i domestici.

Fondamentali per permettere la protezione degli altri e di noi stessi dal contagio del coronavirus SARS-CoV-2, mascherine e altri dispositivi di protezione personale possono – fin troppo facilmente – tramutarsi in una grave minaccia non solo per la fauna selvatica, ma anche per gli animali domestici.

Dato che ne vengono prodotti, utilizzati e gettati mastodontici quantitativi quasi ogni giorno, finisce che, per via dell’inciviltà di troppi, fin spesso non vengano correttamente smaltiti come si dovrebbe, finendo nell’ambiente, dove possono causare dei danni ingenti.

“La pandemia non è ancora finita e la quantità di DPI utilizzati aumenterà e continuerà a minacciare la fauna selvatica ben oltre il periodo di tempo in cui sarà disponibile l’accesso ai vaccini”, ha affermato Auke-Florian Hiemstra, esternando il suo pensiero. “Oltre a ciò, gli elementi dispersi si degraderanno in micro e nano plastiche e rimarranno nell’ambiente per centinaia di anni. Quindi, per comprendere meglio la portata dell’impatto di mascherine e guanti, è anche importante monitorare i rifiuti che ne derivano”, ha aggiunto Liselotte Rambonnet, confermando quanto detto dal suo esimio collega.

A detta di Hiemstra e Rambonnet, per rendere minimi rischi per gli animali andrebbero usate mascherine lavabili e riutilizzabili – eliminandone i legacci prima di gettarle via – oltre a tagliare i guanti usa e getta proprio per evitare che gli animali vi rimangano intrappolati.

In più – secondo loro – va aumentata la consapevolezza delle persone sui pericoli per l’ambiente rappresentati dai dispositivi di protezione individuale, così che si possa fare tutto il possibile per ridurre i rischi per gli animali.

Fonte articolo: Animal Biology

Fonte foto: livingcesenatico.it

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