Gli attentati a re, dittatori, e ad imperatori si sono seguiti nei secoli dagli albori del mondo. È il 25 ottobre del 1929.

Il principe Umberto di Savoia e la fidanzata Maria Josè, figlia di sovrani, stanno facendo una passeggiata in carrozza per rendere omaggio alla tomba del Milite Ignoto a Bruxelles.

Sembra una giornata come tutte le altre e nessuno può immaginare ciò che poi avvenne realmente.

Fernando De Rosa, un giovane socialista italiano e fuoriuscito arrivato dalla Francia, spara in direzione del principe ma il proiettile fortunatamente manca il bersaglio. L’attentatore viene subito arrestato. Al processo dirà di non aver mirato a colpire Umberto di Savoia, bensì la monarchia, in quanto complice del Fascismo.

Sette anni più tardi, in occasione della guerra civile di Spagna, perderà la vita davanti a Madrid alla testa di un battaglione antifranchista.

Umberto di Savoia, imperturbabile, non fece alcun movimento e continuò a salutare la folla accalcatasi intorno alla carrozza reale, senza tradire alcuna emozione, sapendo che gli attentati solo “gli incerti del mestiere di re”.

Ci fu una grande confusione. Ma il coraggio del Principe provocò un tripudio di applausi. La fidanzata Maria Josè, invece, cominciò a pensare a cosa poteva mai attenderla in Italia, il Paese su cui in futuro avrebbe regnato. Lo sparo non andato a segno la turbò notevolmente, ma quel triste episodio svanì nel tempo, visto che l’8 gennaio 1930 sposò formalmente a Roma Umberto di Savoia, di cui era innamorata, anche se il loro rapporto era nato sotto un segno veramente infausto nel giorno del loro fidanzamento.

Duemila anni prima, invece, Agrippina Minor madre di Nerone, non riuscì a scampare all’ennesimo attentato ordito contro di lei, quando, per ordine del figlio imperatore, un centurione la pugnalò più volte nel ventre, che la malcapitata offrì, in tono di sfida, al suo assassino.

Né sopravvisse all’attentato, molti secoli dopo, il Presidente americano Abramo Lincoln, durante una rappresentazione teatrale nel corso della quale l’attentatore gli sparò più volte.

 

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