Inizialmente l’esercito cartaginese estese il proprio potere sui popoli del Nordafrica e del sud della penisola iberica (l’odierna Spagna). Dal V secolo A.C. Cartagine ampliò la sua influenza fino alla Sardegna ed alle isole Baleari.

Solo che, per carenza di risorse umane, furono arruolati numerosi mercenari ed alleati, comandati da un capitano, subordinato ad un insieme di ufficiali tutti cartaginesi, di alto rango sociale.

L’esercito cartaginese disponeva di fanteria leggera e pesante, di unità di artiglieria, di cavalleria leggera e pesante, di elefanti da guerra e carni. Dopo il III secolo A.C. il comandante generale dell’esercito era nominato dal Senato cartaginese.

Per alcuni secoli si scontrò con gli eserciti greci per il controllo della Sicilia e, in particolare, di Siracusa.

Ma nel periodo che va dal 264 A.C. al 246 A.C. si scontrò contro un esercito ormai diventato temibile, cioè l’esercito romano.

I grandi generali cartaginesi che si distinsero in questa lunga guerra tra Roma e Cartagine furono Amilcare Barca e Annibale, suo figlio.

Come detto, l’esercito cartaginese era composto da Libici, Numidi, Galli, Greci, Iberi, molti dei quali erano mercenari.

Il residuo era costituito da truppe alleate e, in minima parte, da Cartaginesi. Il nucleo fondamentale dell’esercito del IV secolo A.C. fu la falange oplitica, che era costituita da cittadini cartaginesi. Già dalle prime battaglie combattute in Sicilia era costituito da 70.000 uomini, di cui 10.000 cavalieri e 2.500 cittadini cartaginesi. Questi componevano il famoso “battaglione sacro”. In questo esistono somiglianze con la composizione dell’esercito tebano in Grecia. Il reclutamento consisteva nel cercare soldati mercenari in tutto il Mediterraneo tra avventurieri e schiavi fuggitivi.

Tra le prime sconfitte cartaginesi ad opera dei Romani si ricorda la battaglia di Adys del 256 A.C. Qui le legioni romane comandate da Attilio Regolo ebbero la meglio.

Nel corso delle guerre puniche contro Roma lo scontro proseguì anche in mare dove più volte i Romani assestarono una dura sconfitta alla flotta navale cartaginese.

I Cartaginesi cominciarono a comprendere che la loro egemonia sul Mediterraneo era finita, proprio grazie all’avvento della nuova superpotenza Roma.

 

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