Bere il caffè è uno dei grandi riti quotidiani a Napoli, come ormai in quasi tutto il mondo.
Che lo si beva al bar parlando con gli amici, in salotto con i parenti o nella solitudine di un sonnolento pomeriggio, questa bevanda ci accompagna nelle nostre giornate, fornendoci un sostegno non indifferente.
Ma se vi dicessi che questa abitudine può rivelarsi incredibilmente pericolosa?

No, non temete, non si tratta dei classici rischi per il sistema cardiovascolare (che anzi sembra beneficiare del consumo del caffè).
Secondo una ricerca della Aston University, il caffè è un perfetto terreno di coltura per i batteri. La temperatura e la presenza di alcune sostanze chimiche, tipica delle tazzine di caffè, è capace di stimolare incredibilmente lo sviluppo dei microrganismi, mettendo a rischio chi berrà dopo di noi.

Gli scienziati americani hanno chiesto ad alcuni volontari di dividersi in tre gruppi: il primo ha lavato la tazzina immediatamente dopo aver bevuto, il secondo solo dopo alcune ore e il terzo l’ha lasciata sporca. Il risultato è stato che le tazzine del secondo e del terzo gruppo presentavano alte concentrazioni batteriche; un potenziale rischio per chi avesse voluto riutilizzarle. Ovviamente ad essere pericolose non sono solo le tazzine, ma tutto ciò che viene a contatto con il caffè, come la moka.

Come risolvere questo problema?
La soluzione più ovvia è lavare il tutto immediatamente dopo l’uso (o almeno sciacquare adeguatamente), così da lasciare i batteri senza nutrienti. Purtroppo però questo potrebbe compromettere, almeno in parte, il rituale del caffè, andando a rovinare forse l’ultima possibilità di meditazione che una società in continuo movimento ci ha lasciato.
La soluzione meno ovvia, ma più interessante (che è poi quella auspicata anche dagli scienziati che hanno condotto la ricerca) riguarda l’introduzione di tazzine antimicrobiche, che eviterebbero lo sviluppo dei batteri, lasciandoci tutto il tempo per gustare il nostro amato caffè.

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