Antonello Fiore, presidente nazionale della Società Italia di Geologia Ambientale (Sigea), durante le celebrazioni della giornata dell’ambiente, ha esposto come il mare nei pressi della nostra città stia subendo un processo di surriscaldamento che, ad oggi, lo ha portato a raggiungere la temperatura record di venticinque gradi. A dimostrazione di quanto da lui illustrato, la cattura di acciughe più grandi della media, insieme ad alici di grandi proporzioni. A causa dell’aumento del calore marino, sono state scoperte quasi una cinquantina di specie aliene, giunte per via dei molti cambiamenti che stanno avvenendo nell’ecosistema marino e che, nel Mar Tirreno, ha portato all’arrivo, nelle sue acque, di pesci tropicali.

Ma i rischi concreti, purtroppo, riguardano possibili forti evaporazioni marine con conseguenti piogge brevi ed intense in grado di provocare allagamenti, alluvioni e frane. È dal Duemila che nel golfo di Napoli viene registrato, in maniera “regolare”, un aumento della temperatura delle sue acque pari allo 0,3 gradi per ogni decennio, per via del quale si assiste ad una “colonizzazione” sia di diverse specie da sempre presenti nei nostri mari, che di altre “estranee”. Tra coloro “giunti da fuori” c’è il pesce flauto, presente nelle aree tropicali dell’oceano Pacifico e dell’oceano Indiano fino al mar Rosso. Come pure il granchio blu e il granchio corridore, senza voler considerare la proliferazione indiscriminata del vermocane, un verme marino in grado di distruggere stelle marine / gorgonie / coralli / ricci.

FONTEvesuviolive.it
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