L’isolamento dell’individuo provocato dalle regole del lockdown per mesi ha scombussolato la nostra vita familiare.

Era l’8 marzo 2020 quando scattò in tutto il Paese il cosiddetto “lockdown”, cioè l’isolamento, la chiusura, il blocco d’emergenza, il “coprifuoco”. Prima di allora dal dopoguerra in poi gli Italiani non conoscevano quel termine: infatti il “coprifuoco” era di norma durante la seconda guerra mondiale.

Le sirene facevano sentire incessantemente il loro caratteristico suono all’approssimarsi degli aerei alleati che venivano a bombardare città, siti strategici, ogni luogo ove potevano trovarsi i nazisti, in particolare. Chi è che non ricorda l’opera del grande archeologo Maiuri che dal giugno 1940 in poi lavorò alacremente per mettere al riparo le opere d’arte dai bombardamenti. Era il fantasma della guerra percepito da tutti, che si faceva veramente forte delle paure più recondite dell’animo umano, il timore di perdere tutto, il vedere la propria vita completamente separata dalle speranze di un futuro migliore. Così iniziò il “lockdown”, che costrinse milioni di Italiani a stare in casa il più possibile, ad uscire solo per particolari motivi; così iniziò la paura di essere controllati dalle forze dell’ordine, che pur facevano il loro dovere. Così gli Italiani, anche se per alcuni mesi, potettero riscoprire i più alti valori dell’unità, dell’amicizia, dell’amore, della vicinanza, ma anche della costrizione, dell’isolamento, del nemico invisibile mortale, cioè di quel virus, tristemente noto come “Covid 19”. Se qualcuno di noi era abituato ad una vita abitudinaria, fatta di lavoro e freddezza, ebbene proprio in quel periodo ha potuto riscoprire dei valori magari da tempo accantonati o scontati. E allora anche affacciarsi ad una finestra, ad un balcone, vedere altri che facevano la stessa cosa, cantare ad alta voce e sentire cantare ci aiutò, ci ricordò che dopotutto la vita va vissuta nella sua pienezza, pur in circostanze imprevedibili e nebulose.

Un microscopico virus mortale ebbe questa abilità: controllare la vita delle persone, ucciderle portarle in terapia intensiva nei nostri ospedali oramai al collasso. Poi la liberazione dal “lockdown”, i primi aperitivi, i primi bagni al mare. A tutt’oggi questa emergenza sanitaria non è terminata, si sono scoperte altre scappatoie, come il “green pass”, in sostituzione del “look down” ma sono speranzoso nel futuro e forse un giorno, speriamo il più vicino possibile, quel virus perderà la sua forza contagiosa e svanirà: la “Spagnola” ce lo ha insegnato!

Fonte: quotidiani nazionali.

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