Marco Polo, tornando in Italia dopo aver trascorso molti anni in Cina, si espresse duramente sul traffico disgustoso, al quale aveva assistito mentre passava da Sumatra, in Indonesia. Descrisse le operazioni ingegnose e diaboliche che venivano fatte sui corpi di piccole scimmie morte, in modo da farle sembrare piccoli esseri umani rimpiccioliti. “Desidero anche farvi sapere che i pigmei, che alcuni viaggiatori asseriscono di aver portato dall’India, sono una menzogna ed un inganno, perché posso dirvi che queste creature, che chiamiamo uomini, vengono fabbricati in quell’isola e vi dirò come”, raccontò in seguito Polo.
Nel XVI secolo, la gente era affascinata dai draghi e quindi, si fabbricavano mutilando una specie di lucertola volante, importata dall’Estremo Oriente, oppure utilizzando la carcassa di una specie di manta, nel cui ventre vi sono dei segni che hanno una vaga rassomiglianza con un volto umano. Riempendo il ventre di quest’ultime, ricoprendole di scaglie e lasciandole seccare al sole, apparivano come cuccioli di drago. Tali creature sono conosciute con il nome inglese di Jenny Haniver, e rappresentavano draghi, basilischi e mostri simili a serpenti e vennero venduti fino al 1930.
Verso la metà del XIX secolo, il famoso Circo Barnum, esponeva al pubblico la famosa Sirena Feejee, un ibrido di 60 cm, di scimmia e di pesce. Le sue origini erano ignote, ma il suo interesse attirava numerosi visitatori che credevano che la creatura fosse stata recuperata chissà dove. Altri esseri, come l‘Orang Pendek, un uomo-scimmia dell’Isola di Sumatra, era stato visto per generazioni nella giungla. Misurava tra i 75 cm ed il metro e mezzo, aveva la pelle rosea ed era molto peloso, camminando in forma eretta. Un esemplare simile fu trovato, nel 1932, ma ad un esame più attento si scoprì si trattasse di un Lotong, una specie di scimmia.
Tempo dopo fu la volta dell’Uomo di Piltdown, di cui vennero scoperti alcuni frammenti nel Sussex, tra il 1908 ed il 1913. Esami successivi, appurarono si trattasse di una specie intermedia, finché nel 1953, si scoprì che i resti appartenevano ad un orangotango ed uno scheletro paleolitico, creato artificialmente, quindi un falso. Negli anni ’60, il famoso “Uomo di Ghiaccio“, fu mostrato al pubblico in Minnesota. Questa creatura era ricoperta di pelliccia, ma il corpo, mani e piedi, erano il risultato di un incrocio tra una scimmia ed un uomo, ed il proprietario di questo strano essere, disse di averlo scoperto congelato in un blocco di ghiaccio galleggiante, a largo delle coste della Siberia, ma successivamente cambiò la sua versione, asserendo di averlo sparato e di averlo congelato lui stesso.
Fonte articolo e foto: Fabio Giovanni Rocco, misterieprofezie.blogspot.com/2019/09/