E se vi dicessi che i napoletani sanno parlare francese anche senza mai aver studiato la lingua francese? Ci credereste? No non è uno scherzo, è solo questione di “dominazione” e vicinanza delle due lingue. Un tempo queste due lingue si sono incontrate e si sono fuse dando vita a parole che tutt’oggi sono usate nella lingua parlata.

Fonte foto: qdnapoli.it/le-abitudini-di-un-napoletano-in-francia

Incredibile quanto assomigli il termine napoletano boatta all’elegante termine boîte. Immaginate due gemelle, Napoli e Parigi. Ma cosa le accomuna? Nient’altro che una lunga “storia” di storia. Ben sappiamo che la lingua italiana e la lingua francese sono lingue romanze, entrambe derivano dal latino, progenitore comune. Tuttavia i termini devono la loro somiglianza alla dominazione francese che si ha avuta a Napoli. Tanto importante come quella spagnola, la dominazione francese ha lasciato tracce del suo passaggio proprio nella lingua. Il periodo storico in questione riguarda la forte presenza francese a Napoli con la figura della dinastia degli Angioini che fece seguito agli Svevi (1266-1435) ed il periodo napoleonico (1806-1815). E anche se la dominazione francese abbandonò Napoli, il francese non ha mai abbandonato la terra napoletana, lasciando un po’ di sé stessa. Bisogna tenere bene a mente che una delle caratteristiche della lingua è il suo continuo cambiamento e uno dei motivi è senza dubbio il contatto con altre lingue.

La lingua francese ben si è adattata alla parlata napoletana che a sua volta ha adottato termini di quella che all’epoca era considerata la lingua della diplomazia , delle corti europee e delle classi colte.

Fonte foto: dilit.it/it/doc/parole_francesi_usate_nella_lingua_italiana.html

Tracce del passaggio della lingua francesi le ritroviamo in parole come bigné, briosce, dessert, pummarola da pomme d’amour (molti in ambito gastronomico), buatta, , arrangià, gratté, mignon e tanti altri.

Anche i toponimi meritano un loro spazio. Un esempio sono : Piazza Francese, Ponte dei francesi, via Renovella (da Rue nouvelle) e la famosa Cupa Lautrec o come alcuni la conoscono come “Cupa Leutreh”, (si pensa però ad una scritta erronea situata a Poggioreale, vicino al cimitero e dalle parti di Corso Malta).Anche se questo non è il luogo per addentrarci dettagliatamente nella storia, do un brevissimo ma interessante accenno alla storia della Cupa Lautrec. La Cupa deve il suo nome a Odetto di Foix, conte di Lautrec, generale tanto geniale quanto crudele, nel 1528 arrivò a Napoli per conquistarla. Ma è proprio durante la lotta per la conquista della città partenopea che rimase vittima di un avvelenamento. Il Vicerè di Napoli, per salvare a tutti i costi la sua città, sfruttò l’astuzia. Il viceré mandò un famoso bandito della Terra di Lavoro, tale Verticillo, nelle condutture dell’acquedotto distrutto, in modo da gettare della canapa nelle enormi paludi che si erano create a Poggioreale. Si diffuse un’epidemia di colera (secondi alcuni dovute proprio all avvelenamento dell’acqua) che distrusse l’esercito francese, uccidendo lo stesso Odetto di Foix. Il suo corpo venne seppellito nella città che tanto voleva conquistare, nella Chiesta di Santa Maria la Nova. Oggi ricordare quel buio e brutto periodo non resta che una stradina, la Cupa di Lautrec.

Fonte foto: fotonapoli.com/napoli_citta/lautrec__cupa/

Ma veniamo a noi. Di seguito ripropongo una lista di parole napoletane, usate nel linguaggio quotidiano, con la loro traduzione francese, e vi stupirete di quante ne siano!! Ovviamente la lista di seguito riportata non esaurisce l’infinità di parole presenti nel vocabolario della lingua napoletana. Tuttavia offre uno spunto di rfilessione sulla vicinanza delle due lingue.

 

 

 

 

 

  • Â bonora -> significato: finalmente/di buon ora da bonheur (felicità);
  • Allum(m)are –> significato: accendere una luce/candela o simili da allumer (accendere);
  • Arrangià -> significato: aggiustare alla meno peggio, arrangiarsi da arranger (risolvere, riparare);
  • Bisciù -> significato: piccolo gioiello, ma anche vezzoso complimento a persona amata o ammirata da bijou (gioiello);
  • Brilocco -> significato: ciondolo per ornamento al collo da breloque (ciondolo);
  • Buatta -> significato: scatola da boîte (scatola/barattolo);
  • Butteglia -> significato: bottiglia da bouteille (bottiglia);
  • Cazzetta -> significato: calza da chaussette (calza);
  • Chantosa -> significato: Cantante di varietà  da chanteuse (cantante);
  • Cemmenera -> significato: camino da cheminée (camino);
  • Crocchè ->significato: crocchetta di patata fritta da croquet (biscotto);
  • Fuim – Fuì -> significato: fuggire da Fuir (fuggire);
  • Lampa -> significato: lampada o lume acceso da lampe (lampada/luce);
  • Nzerrà -> significato: chiudere/stringere da enserrer (stringere);
  • Sanfasò -> significato: con superficialità, senza criterio da sans façon (senza metodo);
  • Sciarabballo -> significato: calesse da Char à bancs (carro/pulmino);
  • Sciùsciù -> significato: tesoro da Chouchou (carino/tesoro);
  • Sparagno -> significato: risparmio da épargner (risparmiare);
  • Spingula -> significato: spilla da épingle (spilla);
  • Spionà(re) -> significato: fare la spia/guardare indiscreatamente da espioner (spiare/tenere d’occhio senza farsi vedere);
  • Tuppo -> significato: ciuffo di capelli che le donne portano annodato e fermato dietro la testa da toupet (ciuffo/parrucchino).
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Dott.ssa Angela Cirillo, laureata in Lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha conseguito la certificazione Cedils, in didattica dell’italiano a stranieri presso l’universita Ca’ Foscari di Venezia. Iscritta attualmente al Master in Didattica delle lingue moderne presso l’università Ca’ Foscari di Venezia. Lavora attualmente come assistente di lingua italiana in tre scuole di Grenoble (Francia).