Nel novembre 2015 un uomo di anni 54, di nome Shpetimi e sua moglie Tetua di 52 scomparvero durante un soggiorno in Toscana e solo dopo alcune settimane, vennero ritrovati i loro resti in quattro valigie.

L’uomo ucciso con una coltellata alla gola, è stato individuato dal Ris di Roma grazie alla comparazione dattiloscopica delle impronte digitali fatte per il permesso di soggiorno durante la documentazione. D’aiuto è stato anche un tatuaggio sul braccio in quanto rappresentava il suo nome nella prima epidermide.

La moglie invece è stata pestata e poi strangolata, come solo chi possiede un ignobile crudeltà d’animo sa fare. La coppia aveva anche un figlio che era detenuto nel carcere di Sollicciano, molto vicino al terreno vicino alla superstrada Firenze-Pisa-Livorno, posto dove sono state ritrovate le valigie.

Nell’ottobre 2016 il ragazzo fu messo ai domiciliari ma evase dopo poche settimane e solo nei giorni scorsi è stato ritrovato in Svizzera. Arriva ad oggi una svolta nella vicenda che vede protagonisti i due albanesi: una donna è stata arrestata durante le indagini. Si tratta dell’ex fidanzata del figlio: la donna di anni 36 è accusata, secondo il decreto di fermo disposto dal Pm Ornella Galeotti, di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri. La donna è stata arrestata a Firenze.

I Carabinieri, come riportato dall’ANSA, confermano che la donna era convivente dei due durante la sparizione e dal racconto in una delle televisioni albanesi della figlia delle vittime, era stata l’ex del fratello a vedere per l’ultima volta i due coniugi.

Movente del delitto? Una somma di denaro di 40-50 mila euro che il figlio di Tetua e Shpetimi custodiva.

FONTEnotizie.virgilio.it
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Dott.ssa Marianna Amendola, laureata in Scienze della comunicazione presso l’universita Suororsola Benincasa. Iscritta attualmente al corso magistrale di comunicazione pubblica politica e sociale presso l’università Federico secondo. Insegnante e tecnico societario iscritta all'albo degli istruttori di ginnastica ritmica presso la FGI.