Quello che oggi viene denominato COVID 19, perché scoperto e isolato nel 2019, sta per
Coronavirus Desease”, malattia virale respiratoria. Questo virus, come quello della SARS di qualche decennio fa, fa parte della famiglia dei virus influenzali solo che ha una capacità virulenta molto più grande, rispetto a quello della comune influenza.

I mezzi di informazione ci stanno bombardando a tutti i livelli e quindi siamo abbastanza eruditi su contagi, veri o presunti, studi epidemiologici, mezzi di diagnosi e norme igieniche di prevenzione.
Questa massa di informazioni, giuste e sacrosante, sono però un’arma a doppio taglio, in quanto se da un lato rendono edotta la popolazione su quanto realmente sta accadendo, dall’altro espongono la gran massa della gente a comportamenti, spesso irrazionali e ingiustificati.
Ne sono un lampante esempio la corsa all’accaparramento di generi sanitari (es. mascherine e gel disinfettante) o, ancora più evidente, lo svuotamento dei supermercati dai generi alimentari.

E’ come rivivere l’assalto ai forni, ai tempi della peste, di manzoniana memoria. Ciò avveniva nel 1600…Si vede che dopo quattro secoli non è cambiato nulla nei fenomeni psicologici e sociali di massa.

Ora però, attingendo ai miei studi di biologia, vorrei semplicemente descrivere come, una struttura semplice e infinitesimamente piccola come un virus può sfidare la grandezza della medicina e della scienza, e mettere a dura prova intere popolazioni con milioni di individui.
Il male sarà debellato, questo è sicuro. Intanto però una particella che misura mediamente non più di 50 nanometri (si badi bene, 1 nanometro è pari a un milionesimo di millimetro!!!) si fa beffe subdolamente dell’umanità.

Allora cosa succede nel nostro caso specifico dentro e cellule dell’apparato respiratorio?
Il virus ha una struttura semplice che non è in grado di vivere e moltiplicarsi autonomamente. E’ formato da una struttura proteica che contiene DNA o RNA. Per moltiplicarsi ha bisogno di penetrare nella cellula umana. Una volta entrata a contatto con questa vi si attacca, la perfora e vi inietta il proprio materiale genetico. Qui sfrutta l’azione degli organuli cellulari (ribosomi, mitocondri, lisosomi), che il virus non ha, per moltiplicare il proprio DNA e ricostituire il proprio involucro proteico. Una volta ricostituitosi e moltiplicatosi questo “fetente”, distrugge la cellula umana di cui si è servito e si libera andando a infettare liberamente altre cellule. Ma non ha fatto i conti con il nostro sistema immunitario, con le nostre cellule “eroine” che, se messe nelle condizioni di agire, distruggeranno senza pietà il nemico. E il paziente, nella stragrande maggioranza dei casi, guarirà.

 

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