Molti sono gli oggetti che utilizziamo per scacciare via il male e per allontanare i malvagi e le figure di streghe e mostri.

In particolare, da sempre oltre all’uso scaramantico, insieme la nostro cornetto rosso, mettiamo all’ingresso di casa il ferro di cavallo, gettiamo il sale e appendiamo l’aglio.

Quanti vampiri, quante streghe, così i loro malefici, e i diavoli e satanassi riusciamo a bloccare sull’uscio di casa? Da dove nascono queste tradizioni?

Il ferro di cavallo fu considerato portafortuna, in origine, per la sua somiglianza alla mezzaluna, il simbolo di Iside. La credenza nella virtù di questo oggetto è molto diffusa in tutto il mondo, e in ogni luogo se ne spiegano diversamente le ragioni. Ha un’origine militare, nell’esercito romano le truppe marciavano a piedi e solo gli ufficiali andavano a cavallo, e la perdita di un ferro da zoccolo causava una sosta, e quindi riposo, per le truppe. Rubare o trovare ferri di cavallo divenne un gioco tra i soldati e chi ne trovava di più era il vincitore, e quindi il più fortunato.

In Inghilterra l’origine di questa tradizione consiste nella leggenda di Saint Dunstan, un maniscalco che diventò arcivescovo di Canterbury nell’anno 959. Inchiodò un ferro di cavallo allo zoccolo del diavolo mentre gli era stato chiesto di ferrare il suo cavallo. Il diavolo fu liberato solo dopo che ebbe promesso di non entrare mai più in un luogo protetto da un ferro di cavallo sulla porta.

Inoltre il metallo FERRO è uno dei primi materiali che l’uomo ha lavorato, viene estratto dalle viscere della terra e secondo le credenze più antiche, si origina da un fulmine. Di conseguenza è un elemento dell’unione tra cielo, terra e fuoco. La sua durezza lo rende uno scudo ideale contro il pericolo e il male.

I romani inchiodavano ferri di cavallo alle pareti per difesa contro la peste, e stavano attenti che le estremità del ferro fossero rivolte verso l’alto.

Altro straordinario ‘antidoto’ è l’antica tradizione scaramantica, gettare il SALE caduto alle spalle è forse uno dei gesti più conosciuti da scettici e non. Il sale è un simbolo sacro, infatti si dice che “il diavolo offre sempre pietanze senza sale”.

Questo elemento esorcizza il male, e le sue proprietà cicatrizzanti e disinfettanti permettono di tener lontano il malocchio. Un tempo il sale era un bene molto prezioso e veniva usato per innumerevoli scopi: versarlo dunque era un grosso danno, e questo accadimento nella tradizione si associa alla sfortuna.

Nell’antichità i romani, oltre a donarlo ai neonati quale segno di saggezza (avere del sale in zucca), versavano il sale sul terreno dei vinti per non far riutilizzare il campo successivamente. Prenderlo e gettarselo alle spalle vuol quindi dire trasformare la sconfitta in vittoria.

Il sale era una sorta di ricompensa per i lavoratori delle miniere, se cadeva perderlo o spargerlo era come se si fosse buttato via uno stipendio (da qui lo stipendio si chiama anche salario). È stata sempre viva in passato l’idea che la mancanza di sale rappresentasse un cattivo auspicio: significava la fine, la mancanza, la malattia e l’insicurezza.

Esso simboleggia anche amicizia e fedeltà perché esse, proprio come il sale, possono scomparire e ricomparire solide come pietra! Proprio in merito all’amicizia e alla fedeltà occorre far riferimento all’opera il “Cenacolo” di Leonardo da Vinci, che dipinse sotto i gomiti di Giuda proprio una saliera rovesciata: il tradimento dell’amicizia e della fedeltà.

Infine, l’AGLIO, da sempre ha avuto un peso importante nel campo dell’occulto, quale amuleto contro spiriti cattivi. La funzione di amuleto è tipica delle piante del sottosuolo, sacre agli inferi che nella tradizione precristiana mediterranea, non avevano valenza negativa, ma impersonavano le energie positive della terra.

Il nome sanscrito dell’aglio significa “uccisore di mostri” e pertanto si diceva avesse potere contro streghe e vampiri grazie alle sue proprietà antibatteriche in quanto questi spiriti erano considerati dei parassiti.

In Egitto l’aglio era considerato alla stregua di una divinità e veniva somministrato agli schiavi per aumentare la loro resistenza fisica. Anche nella tomba del faraone Tutankhamon sono stati trovati bulbi di aglio messi lì con lo scopo di allontanare gli spiriti cattivi. Il valore che essi gli attribuivano era infatti tale che meno di sette chilogrammi bastavano per acquistare un giovane schiavo.

Si narra addirittura che durante la costruzione di una piramide, essendo venuta a mancare questa preziosa pianta, gli schiavi avrebbero dato vita al primo “sciopero” mai documentato, convinti come erano che essa aumentasse la resistenza fisica (il primo sciopero della storia).

Nell’antica Roma, quando si voleva indicare colui che apparteneva ad una classe sociale più bassa, si diceva “allium olere” (puzzare d’aglio). Nel Medio Evo, oltre che protezione contro il demonio, veniva usato per prevenire la peste e il colera. I medici, infatti, usavano delle mascherine imbevute di succo d’aglio per proteggersi dalle infezioni.

In alcuni paesi del meridione, così a Napoli, veniva portato addosso all’antivigilia di San Giovanni, e serviva a proteggersi dagli spiriti maligni.

Camminare con una collana di aglio, con dei ciondoli di ferro di cavallo gettandosi alle spalle del sale può sembrarvi esagerato, forse è vero ma il grande Antonio De Curtis, in arte Totò diceva: “la Superstizione è cosa da ignoranti, non crederci porta male”.

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