Da qualche tempo hanno avuto inizio le attività per il restauro della piroga di Longola, un villaggio protostorico perifluviale scoperto nel comune di Poggiomarino. Tutta l’operazione fa parte di un accordo tra il Parco Archeologico di Pompei, il Centro Musei delle Scienze Agrarie e il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ed è finalizzato a un progetto di valorizzazione e conservazione dei reperti lignei che provengono dal sito di Longola. Tale imbarcazione primitiva si configura come reperto unico, al pari degli altri numerosi oggetti lignei che sono stati recuperati dal sito. L’acqua ha sempre caratterizzato la vita del villaggio in questione, consentendo la straordinaria conservazione dei materiali deperibili delle abitazioni e delle infrastrutture, che oggi costituiscono, fortunatamente, un eccezionale dossier per indagini di natura dendrocronologica, archeobotanica e archeozoologica.

Alcuni anni fa, la dottoressa Caterina Cicirelli della Soprintendenza Archeologica di Napoli, durante uno scavo sulle sponde del fiume Sarno, rinvenne una piroga in legno monossile, scavata manualmente ad ascia da un unico tronco di quercia di oltre otto metri. La canoa, al pari del centro abitato perifluviale, risulta databile tra l’età del Bronzo e quella del Ferro, e veniva usata per poter attraversare le acque del fiume che ha dato vita a ciò che oggi è nota come la “Venezia dell’Età del Bronzo”. Questo straordinario reperto si prepara a configurarsi come il fulcro di una esposizione scientifico – didattica, che è finalizzata a garantire la più ampia conoscenza e fruizione di tali beni da parte della comunità. All’interno del percorso museografico multidisciplinare, in fase di allestimento, una sala sarà dedicata in maniera specifica all’archeobotanica. Di tale scienza verranno esemplificati al pubblico i vari topic, tra cui le tecniche archeologiche, quelle di restauro, di determinazione dell’anatomia del legno e di storia dell’agricoltura.

FONTEvesuviolive.it
Articolo precedenteIl “Crociato e l’Astronave Spaziale” in un dipinto del XIII sec.
Articolo successivoTruffe nella raccolta fondi per l’Ucraina: la Polizia allerta e istruisce!